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Game of Thrones | Season 8 Episode 6 | Il Trono di Spade

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RIASSUNTO

Tyrion avanza incredulo tra le macerie di King’s Landing, incrocia Jon, non gli dà bada, e dice di procedere verso la Regina. La città è ricolma di corpi inceneriti e di devastazione. Grey Worm continua a giustiziare gli ultimi soldati Lannister rimasti in nome di Daenerys Targaryen. A nulla vale il tentativo di Jon di fermarlo. Tyrion continua il suo viaggio in solitaria. Facendo tappe nelle cripte di King’s Landing, scopre i corpi di suo fratello e di sua sorella abbracciati e senza vita sotto un cumulo di macerie. Un momento molto commovente segue alla realizzazione di Tyrion che a nulla sono valsi i suoi sforzi di salvarli.

Ora è giunto il momento della Regina dei draghi di palesarsi: scende una gradinata che conduce alla fortezza rossa, in cui sono presenti anche Grey Worm con gli Unsullied e Jon Snow, e si accinge a fare il suo discorso davanti alle truppe miste di Unsullied e Dothraki, che inneggiano il suo nome. Investe Grey Worm del titolo di Maestro della Guerra. Si mostra maestosa e vittoriosa, illustra in modo brutale ai suoi sudditi i suoi piani di liberazione forzata di tutti i popoli dei Sette Regni e forse anche del mondo conosciuto intero. È nata la nuova tiranna del Westeros.

Tyrion fa la sua mossa: si mostra innanzi a lei e la sfida quando viene accusato di averla tradita: lancia a terra la sua spilla che lo disegna come Hand of the Queen e viene imprigionato in attesa di esecuzione. Jon Snow, tipicamente inebetito, non può far altro che guardare sofferente ciò che sta accadendo.

Decide di andare a parlare con Tyrion, prima che perisca, e quest’ultimo lo fa ragionare e lo provoca per cercare di fargli aprire gli occhi sulla situazione che stanno vivendo e sulla natura della Regina dei draghi. Riesce a renderlo consapevole che la presente minaccia per tutte le genti debba scomparire, se vogliono continuare a vivere. L’amore è la morte del dovere. Qualche volta, il dovere è la morte dell’amore.

RISPOSTA DI TYRION A JON SNOW

Daenerys arriva in una sala del trono distrutta, dove giace inalterato il Trono di Spade. Si rende conto di essere riuscita a compiere la missione della sua vita. Avvolta dalla neve, si avvicina al trono sino a toccarlo.

Si gira e nota Jon, che si avvicina per parlarle e farla ragionare, senza successo. In un momento molto drammatico, i due si baciano per l’ultima volta, prima che Jon la trafigga con il suo pugnale, tra le lacrime. Sei la mia Regina e lo sarai sempre.

JON SNOW A DAENERYS

Drogon, appare e si avvicina al corpo esanime di sua madre, cerca di scuoterla senza risultato. Inizia ad avvolgere tra le sue fiamme il Trono di Spade e ciò che lo circonda, facendolo sciogliere. Raccoglie il corpo di Daenerys e se ne va con lei in volo.

Il momento dell’esecuzione di Tyrion è arrivato, o anzi no: viene portato da Grey Worm all’incontro tra i più importanti lord del Westeros, tenutosi per decidere il fato dei Sette Regni. Riesce ad esprimersi nonostante la rabbia dell’Unsullied. Davos riporta l’ordine nell’assemblea. Mentre un povero Sam viene deriso per la sua proposta di scegliere democraticamente il futuro re, un Tyrion provato dà la sua mossa: nel periodo di incarcerazione ha avuto molto tempo per pensare, a quanto dice, alla soluzione migliore. Indica Bran lo Spezzato, il custode di tutte le loro storie e del loro passato, come Re dei Sette Regni per guidarli verso un futuro migliore. I regnanti d’ora in poi non nasceranno, ma saranno scelti dai lord e dalle ladies del Westeros. Questo replica Tyrion ad una Sansa perplessa all’idea, che fa notare l’inettitudine del fratello al ruolo, storpio ed incapace di creare eredi. Secondo te perché sono venuto fin qui? Bran accetta. I lord votano per la sua ascesa al potere e Sansa ottiene il Nord e la sua indipendenza. In cambio, Bran richiede che sia Tyrion a essere il suo braccio destro: volente o nolente, deve accettare la carica.

"Lunga vita a Bran lo spezzato. Primo del suo nome Re degli Andali e dei Primi Uomini Lord dei Sei Regni Protettore del Reame."

TYRION PROCLAMA BRAN STARK COME NUOVO RE DEI SEI REGNI

Un provato Jon Snow riceve notizie sul suo destino: si dovrà dirigere a nord, alla Barriera, tra i Corvi, in esilio. Tyrion lo definisce un posto adatto per bastardi e uomini spezzati. Jon saluta i cugini, Sansa, Bran e Arya, e dice loro addio, in un momento tragico di separazione. Grey Worm, nel frattempo, lo guarda accigliato, dalla sua nave, diretta verso Naath. Passa un po’ di tempo. Una Ser Brienne diventata capitano delle Cappe Bianche sfoglia il libro che raccoglie le storie dei comandanti delle guardie reali. Trovato il nome di Jamie Lannister, scrive la parte restante della sua storia, riabilitandolo alla memoria dei posteri. Si tiene il primo Concilio ristretto dall’elezione del nuovo Re. Tyrion presiede. Ser Davos, Maestro della Flotta, Bronn, nuovo Lord di Altogiardino e Maestro del Conio e Sam Tarly, Gran Maestro, accolgono il Re Bran, accompagnato dal comandante delle guardie reali, ovvero da Ser Brienne, e da Podrick. Il Re dà loro il compito di trovare un nuovo Maestro dei Sussurri, della Guerra e delle Leggi e se ne va per cercare di localizzare Drogon con i suoi poteri. I cinque restanti si dileggiano nelle proposte di ricostruzione della città, non senza una buona dose di umorismo. Nel frattempo, Arya si dedica all’esplorazione dei territori ad ovest di Westeros e Sansa viene incoronata Regina del Nord. In un susseguirsi di scene di dettagli appartenenti ad Arya, Sansa e Jon Snow, viene rivelato il loro destino. Jon arriva al nord e viene accolto al Castello Nero da Tormund e dai bruti rimasti lì ad aspettarlo. Triste per tutto ciò che ha passato, ma rincuorato dalla presenza dei bruti, saluta teneramente Ghost, accarezzandolo con affetto, e si dirige con loro oltre la barriera, nel vero nord.

RECENSIONE

Il finale trasmette un chiaro messaggio: il potere logora anche chi ce l’ha, soprattutto quando pensa di essere o si trova nel giusto. Ognuno è responsabile fino in fondo delle proprie azioni. Tyrion, il vero collante dell’episodio, passa dalle segrete di Approdo del Re al tavolo di Primo Cavaliere risolvendo diplomaticamente la scelta del destino dei Sette Regni. Né la legittimità, né la forza, né la fedeltà ai valori bastano per conquistare in modo duraturo il potere. Jon Snow, il nuovo tirannicida morale, va in esilio. Daenerys Targaryen muore tra le braccia dell’amato proprio quando pensava di avercela fatta. Tyrion è stato anche il primo ad ammettere che l’incoronazione di Bran non avrebbe reso nessuno molto felice, ma, nonostante ciò, è il candidato migliore, colui che conosce le storie del passato e che porrà le basi per un futuro migliore ponendo fine al ripetersi ciclico di eventi ed errori. Un gran numero di pubblico è rimasto deluso da questo epilogo agrodolce: il finale è stato percepito come “vuoto”, senza senso, troppo forzato o addirittura un tradimento delle aspettative. La fine di Daenerys Targaryen è ritenuta un disservice e l’evoluzione del personaggio un’opera di cattiva scrittura. Jon Snow è stato bastonato in tutti i sensi: quello che doveva essere un salvatore si è trasformato in pochi episodi in un inutile erede al trono inebetito. La sua parabola discendente lo conduce lontano dagli altri, benché verso l’estremo Nord da lui tanto amato, con il cuore spezzato.

Le reazioni eccessive suscitate dagli ultimi episodi non sono delle novità: non è la prima volta che i fan, coinvolti ed affezionati a certi personaggi, vogliano evitare la fine. Tuttavia, resta l’impressione che alcune cose, che si sarebbero potute gestire meglio a livello di sceneggiatura, avrebbero evitato molte critiche e coperto alcuni plot holes notevoli. Il rating dell’episodio continua a scendere Bran, che ha vinto il “gioco del trono”, è stato nelle ultime stagioni definito dall’assenza di empatia, di connessione, di umanità. Sarebbe stato affascinante apprendere come concepisce la vita umana ora che con la sua fredda onniscienza e la dipendenza dalle visioni ha divorziato dal resto della sua specie. Lungo gli episodi, fissa gli altri e aspetta. Sembra aver perso la voglia di vivere, rapito dal suo mondo, e non vuole neppure essere il Re di Grande Inverno, per sua stessa ammissione, ma poi accetta il pesante ruolo impostogli senza battere ciglio.

Una delle note positive che caratterizza questo episodio e lo distingue dai precedenti è il ritorno dei dialoghi tra i personaggi. I telespettatori ipnotizzati da eventi shockanti, a volte gratuiti, e dalla nuova tendenza dei personaggi di fissarsi tra loro senza proferir verbo, hanno potuto godere di nuovo di uno dei punti di forza della serie.

L’episodio 6 dichiara al mondo che sono gli Starks sopravvissuti a regnare: Bran a King’s Landing, Sansa a Nord e Arya, dalle poco velate mire espansionistiche, a ovest oltre il mare. Benché i destini di molti personaggi fossero diventati prevedibili, l’impressione è che gli Starks siano stati notevolmente favoriti non principalmente dalle proprie abilità dimostrate sul campo, ma dalla volontà dei narratori. Il nuovo Concilio ristretto è una ventata di aria fresca su un cumulo di cenere, che presenta il nuovo assetto governativo dei Sei Regni che si esprime con il tipo umorismo pungente che ha caratterizzato la serie nei suoi momenti migliori

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